I concetti di produzione alimentare di mercato e di territorio sono al centro di questo lavoro e il dipartimento Mifi è il laboratorio di analisi per eccellenza. Il fagiolo che vi si produce non è la coltura di punta della regione, quindi come può strutturare lo spazio e le persone di Mifi in un contesto di ricomposizione territoriale globalizzata? Il nostro presupposto è che il fagiolo sia la coltura alimentare più commerciale. La forte capacità di resilienza contadina che permette lo sviluppo delle colture alimentari ha favorito allo stesso tempo l'alta produzione di fagioli, grazie soprattutto alle innovazioni tecniche endogene. L'impatto paesaggistico che ne deriva è anche sociale. Questa costruzione del territorio è più esterna in Africa, grazie alle fitte reti di mercati locali e alla domanda sempre crescente dai paesi vicini e oltre. I beni e i valori intrinseci del fagiolo offrono prospettive molto favorevoli e possono farne una cultura identitaria per gli anglo-bamilesi, perché è una cultura di nicchia sostenuta da un commercio etnico ed è anche un tipico esempio di produzione patrimoniale che si impone nella cucina urbana.