La psicosociologa Elena Miuti lotta con un profondo disagio psichico e fisico. A differenza di quanto accade a chiunque altro, però, la sua ossessione depressiva la vede insieme paziente e terapeuta. Nel vano tentativo di raggiungere uno stato di quiete, la protagonista addomestica la propria dipendenza dall¿alcol e la dolorosa consapevolezza della precarietà umana. È un percorso in cui difficilmente è dato trovare una risposta ai propri quesiti. Alla malattia di Elena, che si nutre di sensibilità e contezza, non c¿è cura né riscatto. La rassegnazione può forse essere d¿aiuto, ma si tratta soltanto di un palliativo. Le carenze affettive, l¿impassibilità, le angosce antiche e sempre nuove sono un¿arma che Elena adopera con gli amanti di turno, in un continuo scambio di ruoli che la vede vittima e carnefice. Tra lunghe sedute di analisi, amplessi e psicofarmaci, il romanzo muta presto in farsa. È una tragedia dall¿andamento comico i cui personaggi sono animati e scossi da una comune forza, che li tiene in vita e li consuma, segnando la loro sorte: il disagio esistenziale. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.