Ci si chiede come mai il culto di Iside abbia avuto una diffusione e un proselitismo nella cultura ellenistica e imperiale così ampi rispetto ad altre divinità del pantheon egizio e perché le molteplici traduzioni e rielaborazioni degli autori classici ne abbiano spinto l'orizzonte conoscitivo oltre gli originari confini culturali e linguistici. La ragione deve essere ricercata innanzitutto nella funzione protettiva della famiglia e della regalità della dea con le sue potenti arti magiche; ma, ben più importante, nella sua capacità di dialogare e di comunicare efficacemente con i fedeli attraverso il verbo e lo scritto. Nei testi religiosi dell'Egitto faraonico, sin dall'Antico Regno, Iside è la più eloquente tra gli dèi e il suo verbo, intriso di valore performativo, è in grado di innescare dialoghi e azioni fattuali pregni di significato e di simbolismo magico-rituale. Generare azioni mediante il verbo e la sua trascrizione e conferire la capacità del linguaggio rende Iside una figura universale fuori dall'Egitto e il suo culto, soprattutto in età ellenistica, è in grado di attrarre fedeli di ogni provenienza, cultura ed estrazione sociale del mondo mediterraneo e di plasmare molteplici aspetti della religione antica e tardo antica. L'autore è da qualche anno a capo del "Progetto Iside" per lo studio dei culti e delle collezioni egizie ed egittizzanti di epoca tolemaica e romana in Italia. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.